Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Admin (del 03/02/2012 @ 11:05:32, in Radio, linkato 22995 volte)
Il 6 giugno 2011, Bruce Prior N7RR, in un post indirizzato al gruppo yahoo AT_Sprint propose un nuovo metodo di Signal Reporting denominato CS dalle iniziali delle parole inglesi Copyability and Strength.Il testo integrale del post potete trovarlo qui.
lo scopo del nuovo sistema proposto e' nelle intenzioni dell'autore quello di fornire un sistema realistico e facilmente implementabile di report, ritenendo l'autore che il classico sistema RST non favorisca l'OM nel fornire dati realistici al corrispondente.
Il sistema CS sostituisce la soggettivita' della scala di valori R con una piu' facilmente comprensibile scala di valori C basati sulla percentuale di messaggio ricevuto. In questa scala N significa "segnale non recuperabile" , 0 ricevibile ma non comprensibile, 1-9 comprensibile dal 10 al 90%, G segnale al 100% comprensibile ma non perfetto, P segnale perfetto al 100% o segnale senza rumore in FM. Il valore C "strizza l'occhio" anche ai nuovi sistemi digitali nei quali possono presentarsi segnali che, pur al di sotto del livello di rumore per l'orecchio umano, possono essere comunque comprensibili in varia percentuale sullo schermo di un computer.
Quando la scala RST e' stata ideata, agli inizi del XX secolo, gli apparecchi radioamatoriali non disponevano di un S-meter e la scala S venne espressa in una serie di valori relativi da 1 a 9 della forza del segnale. Attualmente, i radioamatori, disponendo di un S-meter, riportano sovente la forza del segnale in dB sopre S-9. Questa utile pratica e' stata fatta propria dal sistema CS. Il dato S in questo sitema assume valori da 0 a 15 forniti in numerazione esadecimale ( quindi da 0 a F) secondo il seguente schema: 0 nessuna lettura dello S-meter, 1-9 lettura da S-1 a S-9, A B C D E F indicano rispettivamente 10 20 30 40 50 e 60 dB sopra S-9. Per fare un esempio la comune espressione "10 sopra 9" diventa semplicemente "A". se il report C e' N non e' richiesto il report S.
Nel sistema RST il T (tone) espresso in 9 livelli indicava originariamente la presenza di componente alternata di rete nei segnali trasmessi. Oggi e' molto raro avere componenti AC nei segnali CW. Il report T viene normalmente omesso nelle trasmissioni in fonia. Il nuovo sistemam proposto fa a meno del report T sostituendolo con un un valore opzionale di qualita' R (Readability) nelle trasmissioni Morse, fonia e digitali. In questo contesto i valori ammessi sono: X qualita' eccellente, R ripple di alternata nella trasmissione, C cinguettii (chirps) o code durante la manipolazione e/o nelle pause, K key clics o altri transienti di manipolazione, O over-modulazione o over-deviazione in fonia o in modi digitali. Normalmente il sistema CS necessita di soli due caratteri per tutti i modi, ma il suffisso X puo' essere aggiunto per enfatizzare la ottima qualita' del segnale ricevuto.
Compresibilita' e forza del segnale sono cose molto differenti. talvolta segnali di bassa forza possono essere perfettamente comprensibili specialmente nell'utilizzo di modi digitali. In condizioni operative difficili anche un segnale S9 o A puo' non essere comprensibile al 100%. Nel sistema CS il valore P nel report di compresibilita e' abbastanza comune mentre il valore F nel report della forza sara' veramente raro.
Considerando che il sistema CS risulta succinto e rispondente alle reali condizioni operative, l'ideatore Bruce Prior N7RR spera che esso diventi di routine nei contatti radioamatoriali.
Di seguito riporto le scale del sistema CS secondo le ultime indicazione dell'autore:
The CS or copyability and strength signal reporting System
C or Copyability Scale
N = no discernible signal (originariamente proposta X)
0 = discernible but not copiable
1 = 10% copy
2 = 20% copy
3 = 30% copy
4 = 40% copy
5 = 50% copy
6 = 60% copy
7 = 70% copy
8 = 80% copy
9 = 90% copy
(D = 100% copy with Difficulty (rimossa?))
(M = 100% copy with Minor difficulty (rimossa?))
P = Perfect armchair 100% copy or full-quieting on FM
Signal Strength or S-Meter Scale
0 = no S-meter reading
1 = S-1
2 = S-2
3 = S-3
4 = S-4
5 = S-5
6 = S-6
7 = S-7
8 = S-8
9 = S-9
A = 1 to 10 dB over S-9
B = 11 to 20 dB over S-9
C = 21 to 30 dB over S-9
D = 31 to 40 dB over S-9
E = 41 to 50 dB over S-9
F = more than 50 dB over S-9
Optional Suffixes
X = characteristic steadiness of crystal (Xtal) control
R = AC Ripple or buzz in transmission
C = Chirp or tail on make and/or break
K = key clicks or other keying transients
(U = Undermodulation or Underdeviation in phone or digital modes (rimossa?))
O = Overmodulation or Overdeviation in phone or digital modes
Personalmente a me sembra interessante e comincero' ad usarlo.
Vi invito a dire la vostra su questo sistema nel topic che ho aperto nel forum della sezione ARI di Civitavecchia. Il forun e' raggiungibile a questo link. nella sezione HF-Generale.
Spero di essere stato utile
73 de iw0dvv Mariano
Il PTT del TS 940 dell'amico I0YMP (SK), Massimo, non voleva proprio saperne di accettare comandi dalla nuova fiammante interfaccia per modi digitali appena arrivata ed installata.
Abbiamo provato di tutto, a livello software, per convincere il glorioso Kenwood, evidedentemente RTX orgoglioso e di altri tempi ad accettare di essere soggiogato dal capriccio digitale del PC di turno.
Dopo svariate prove inconcludenti siamo stati costretti ad utilizzare la bella interfaccia USB della Arno elettronica, la SD 2000, quale semplice trasformatore di isolamento tra la la scheda audio del PC ed il trasmettitore ed ad azionare il vox quale ausilio per mandare in trasmissione l'apparato.
I0YMP aveva gia' deciso che il colpevole era l'interfaccia e che doveva essere rimandata al produttore. D'altro canto l'Arno Elettronica da me interpellata telefonicamente mi aveva assicurato che l'interfaccia era pefettamente compatibile con il TS 940.
Che fosse l'esemplare di 940 in possesso a Massimo ad essere riottoso? Dopo una mezza giornata di elucubrazioni mentali sono arrivato alla conclusione che il nostro caro Kenwood non si accontentasse della blanda massa garantita dal fotoaccoppiatore di turno entrocontenuto nell'interfaccia.
In pratica tutti i circuiti di pilotaggio del PTT visti in giro utilizzano un fotoaccoppiatore per isolare galvanicamente il PTT dell’apparato dalla seriale del PC. Se poi invece di seriale parliamo di USB le cose non cambiano in quanto alla fine e’ tutto riconducibile ad una seriale.
Di seguito si riporta quale esempio lo schema di IK2MKM
Il segnale interessato e’ l’RTS, oppure in qualche caso il DTR. Molti software per modi digitali permettono di selezionare tra le opzioni quale segnale seriale utilizzare per il pilotaggio del PTT.
Il fotoaccoppiatore utilizzato e’ costituito da un LED che, attivato dal livello logico alto del segnale RTS o DTR, produce i fotoni necessari a mandare in conduzione un fototransistor . Normalmente il fototransistor viene direttamente utilizzato per mandare a massa il contatto PTT del RTX. Il fototransistor risulta collegato con l’emettitore a massa ed il collettore al contatto PTT.
La resistenza che il fototransistor presenta verso massa dipende dalle caratteristiche intrinseche del medesimo e dal segnale di pilotaggio della seriale. I valori riscontrati non sono comunque molto bassi ed arrivano anche a qualche migliaio di ohm.
In apparati moderni questo e’ sufficiente a permettere l azionamento del PTT. Per alcuni RTX piu’ datati il collegamento a massa del PTT deve presentare una resistenza piu’ bassa. L’esemplare di Kenwood in questione rientra tra questi ultimi.
Allo scopo di permettere un piu’ deciso collegamento a massa del PTT si puo’ pensare, in sede di progettazione , a far pilotare dal fototransistor un altro transistor esterno in una configurazione nota come Darlington (dal nome dell’ideatore Sidney Darlington). In tale configurazione l’emettitore del primo transistor e’ direttamente collegato alla base del secondo mntre i due collettori sono collegati in parallelo.
Una simile configurazione e’ assimilabile ad un unico transistor avente come guadagno circa il prodotto del guadagno dei due transistor. Come si vede il guadagno dell’insieme diviene elevatissimo e si possono pilotare carichi elevati con una piccola corrente di base.
Sfortunatamente nel caso di una interfaccia commerciale non possiamo aggiungere internamente un transistor al fotoaccoppiatore (per non invalidare la garanzia) ne possiamo utilizzare la configurazione Darlington esternamente per il semplice motivo che non abbiamo a disposizione l’emettitore del fototransistor in quanto questo risulta fisicamente collegato a massa.
Dobbiamo allora utilizzare un’altra configurazione, meno nota ma invero molto simile: la configurazione Sziklai. Anche questa configurazione prende il nome dal suo ideatore Gorge C. Sziklai.
Tale configurazione prevede l’utilizzo del collettore del primo transistor NPN collegato alla base del secondo trasnsistor PNP. In questo caso il carico risulta collegato tra positivo ed emettitore del secondo transistor mentre il collettore risulta a massa insieme all’emettitore del primo.
L’insieme risultante e’ analogo ad un Darlington NPN e si puo’ implementare molto semplicemente all’esterno dei cavi di collegamento tra interfaccia e PC.
In particolare si puo’ utilizzare lo spinotto jack riservato alla manipolazione CW inserendolo in una presa volante jack entro cui inserire un piccolo transistor PNP (esempio BC 557) mandando a massa il collettore ed al centrale la base. Tra massa ed emettitore si collegano poi due fili che andranno collegati rispettivamente alla massa del RTX ed al terminale PTT. Nel caso del Kenwood TS 940 e’ stato utilizzato come PTT il pin 3 del connettore din 7 poli contrassegnato come REMOTE e come massa la carcassa metallica del connettore medesimo.
Dal software per modi digitali dovremo scegliere il DTR quale terminale per PTT. Il segnale RTS lo potremo settare come always off.
Fatto questo, il PTT del Kenwood ha iniziato magicamente a funzionare.
Quindi, concludendo:
- se state montando un’interfaccia per modi digitali prevedete di inserire un transistorino NPN (esempio BC547) dopo il foaccoppiatore;
- se dovete intervenire su una interfaccia gia’ montata considerate la possibilita’ di montare esternamente un transistorino PNP (esempio BC557).
Queste modifiche costano pochi centesimi e rendono le interfaccie sicuramente utilizzabili anche con apparati riottosi.
73 de iw0dvv
Da qualche anno fa parlare di se una piccola scheda con nicrocontrollore ATMEL. La scheda, progettata interamente in Italia, si chiama ARDUINO. Non staro' qui a soffermarmi troppo su cosa essa sia e sul perche' sia diventata di fatto uno standard di riferimento mondiale per quanti intendano con poca spesa e relativamente modesto impegno dedicarsi alla progettazione e realizzazione dei piu' disparati circuiti elettronici. Potete trovarte ottimo materiale divulgativo su wikipedia e sul sito ufficiale di Arduino . Qui si vuole descrivere, in maniera piu' possibile didattica, la realizzazione di un semplice keyer utilizando una scheda Arduino UNO. Un keyer e’ un circuito elettronico di supporto ad un manipolatore cosidetto “iambic” formato da due palette azionanti due switchs. L’insieme manipolatore-keyer inviera’ al trasmettitore una sequenza alternata di punti e di linee in relazione a quale delle due palette venga premuta o alla depressione contemporanea delle medesime (squeeze). Un operatore non mancino, utilizzera’ il manipolatore premendo con il pollice la paletta sinistra (producendo in tal modo una serie di punti) e premendo con l’indice la paletta destra (producendo una serie di linee).
Fig 1 Esempio di tasto a due palette
La depressione contemporanea delle due palette produrra’ una serie di punto-linea o linea-punto in relazione a quale delle due palette viene premuta per prima. Alcuni tasti sono dotati di una singola paletta che aziona lo switch dei punti se spostata con il pollice verso destra e lo switch delle linee se spostata con l’indice verso sinistra. E’ chiaro che questo tipo di manipolatore non potra’ essere utilizzato per la manovra di squeeze (produzione di sequenze automatiche di pinto-linea).
Fig 2 esempio di tasto a singola paletta.
Vediamo ora come realizzare un keyer con Arduino.
E’ evidente che avremo bisogno di 2 ingressi digitali ed una uscita digitale. Chiameremo il primo ingresso “pp” (paletta-punto) ed il secondo ingresso” pl” (paletta- linea). L’uscita la chiameremo semplicemente “uscita”. Metteremo inoltre a livello logico 1 i due ingressi mediante delle resitenze di pull-up verso il positivo dei 5 V. Con questa configurazione collegando il manipolatore ai due ingressi ed alla massa (negativo della scheda) manderemo a 0 logico “pp” e/o “pl” premendo le palette. Sara’ necessario tenere conto di questo nella stesura del programma di funzionamento. L’uscita sara’ invece a livello logico 0 in condizioni di riposo ed a livello logico 1 quando attiva. Questo ci permettera’ di simulare la trasmissione di punti o linee visualizzando il lampeggiamento del LED di sistema posizionato sul pin 13 del connettore di Arduino. Se vogliamo utilizzare questa uscita per pilotare un RTX dovremo interporre un rele’ oppure un transistor NPN. Nella logica del programma utilizzeremo tre variabili: vel = variabile che conterra’ il valore di velocita’ di trasmissione in car/min dp = variabile durata-punto che conterra’ la durata in ms del punto dl = variabile durata –linea che conterra’ la durata in ms della linea (normalmente 3 volte il punto). Adesso e’ necessaria una analisi dei dati di funzionamento per stabilire la durata del punto e della linea in relazione alla voluta velocita’ di trasmissione. Partiamo dai seguenti presupposti: ·la durata del punto e’ uguale ad un Bit ·la durata della linea e’ uguale a 3 Bit ·la durata dello spazio tra i singoli elementi di un carattere e’ uguale a 1 punto = 1 Bit ·la durata dello spazio tra i singoli caratteri e’ uguale ad una linea = 3 Bit ·la durata dello spazio tra le parole e’ uguale 7 Bit Per la determinazione della velocita’ di trasmissione faremo riferimento allo standard PARIS nel quale la durata media del singolo carattere viene determinata analizzando appunto la parola PARIS con le relative spaziature.
Quindi P di da da di 1 1 3 1 3 1 1 + (3) = 14 Bit A di da 1 1 3 + (3) = 8 Bit R di da di 1 1 3 1 1 + (3) = 10 Bit I di di 1 1 1 + (3) = 6 Bit S di di di 1 1 1 1 1 + [7] = 12 Bit Total = 50 elements Nello schema precedente si assume: () = spazio tra carattere [] = spazio tra parole
Quindi abbiamo determinato che per trasmettere la parola PARIS occorrono 50 Bit. Essendo la parola PARIS composta da 5 caratteri diremo che mediamente ogni carattere avra’ una lunghezza di 10 Bit (o punti che dir si voglia) Per trasmettere un carattere al minuto dovremo spedire 10 punti, per cui ogni punto avra’ una durata, in secondi 60/10 ovvero in ms 60000/10 ovvero 6000 ms. Generalizzando possiamo dire che la durata di un punto alla velocita’ di n car/min sara’ uguale, in ms, a 6000/n. Per esempio alla velocita’ di 60 car/min la durata di un punto sara’ uguale a 100 ms. Bene ora abbiamo tutti gli elementi per scrivere il nostro programma: Disegnamo per prima cosa il flowchart.
Adesso traduciamo in “Arduinese”:
/* Arduino keyer Autore: Mariano Mezzetti iw0dvv Revisione: 1.0 Scopo: Semplice keyer: il programma controlla ingresso punto ed ingresso linee e genera uscita punti e linee ripetuti fino al rilascio chiave Il calcolo della velocita' e' basato sullo standard PARIS */ #define pp 2 //paletta punti ingresso 2
#define pl 3 //paletta linee ingresso 3
#define uscita 13 //piedino uscita 13
int vel = 40;//variabile contenente valore car.min
int dp = 0 ; //variabile durata punto in ms
int dl = 0 ; //variabile durata linea in ms
void setup() {
pinMode(pp,INPUT);
pinMode(pl,INPUT);
pinMode(uscita,OUTPUT);
dp = 6000/vel; //calcola durata punto
dl = dp * 3 ; // calcola durata linea
}
void loop() {
if(!digitalRead(pp)) {
digitalWrite(uscita,HIGH);
delay(dp);
digitalWrite(uscita,LOW);
delay(dp);
}
if(!digitalRead(pl)) {
digitalWrite(uscita,HIGH);
delay(dl);
digitalWrite(uscita,LOW);
delay(dp);
}
}
Nell'esempio che segue le istruzioni per generare i punti e le linee sono raggruppati in due funzioni( routine) chiamate rispettivamente punto() e linea(). Nel loop pricipale in questo caso basta richiamare le due funzioni in sequenza. Altra particolarita' e' che non sono dichiarati gli ingressi e le uscite (pinMode) in quanto non strettamente necessario assegnando il compilatore autonomamente il modo di funzionamento.
/* Arduino keyer Autore: Mariano Mezzetti iw0dvv Revisione: 1.0 Scopo: Semplice keyer: il programma controlla ingresso punto ed ingresso linee e genera uscita punti e linee ripetuti fino al rilascio chiave Il calcolo della velocita' e' basato sullo standard PARIS */ #define pp 2 //paletta punti ingresso 2
#define pl 3 //paletta linee ingresso 3
#define uscita 13 //piedino uscita 13
int vel = 40; //variabile contenente valore car.min
int dp = 0 ; //variabile durata punto in ms
int dl = 0 ; //variabile durata linea in ms
void setup() {
dp = 6000/vel; //calcola durata punto
dl = dp * 3 ; // calcola durata linea
}
void loop() {
if(!digitalRead(pp)) punto();
if(!digitalRead(pl)) linea();
}
void punto(){
digitalWrite(uscita,HIGH);
delay(dp);
digitalWrite(uscita,LOW);
delay(dp);
}
void linea(){
digitalWrite(uscita,HIGH);
delay(dl);
digitalWrite(uscita,LOW);
delay(dp);
}
Tuttavia nei due esempi precedenti la velocita' di trasmissione viene definita una volta per tutte al seup nella riga di comando val= 40; Quindi per modificare la velocita' occorera' modificare tale valore e successivamente ricompilare il tutto: piuttosto scomodo! Allora, visto che abbiamo abbondanza di linee di input-output decidiamo di utilizzarne 4 per implementare un controllo di velocita' digitale mediante un contraves binario. Utilizziamo le linee 4, 5, 6,7 per collegare il contraves con il comune a massa. Anche in questo caso saranno necessarie delle resitenze di pull-up verso il positivo dell'alimentazione.
Il listato che ne consegue e' il seguente:
/* Arduino keyer Autore: Mariano Mezzetti iw0dvv Revisione: 1.0 Scopo: Semplice keyer: il programma controlla ingresso punto ed ingresso linee e genera uscita punti e linee ripetuti fino al rilascio chiave Il calcolo della velocita' e' basato sullo standard PARIS */ #define pp 2 //paletta punti ingresso 2
#define pl 3 //paletta linee ingresso 3
#define uscita 13 //piedino uscita 13
int vel = 40; //variabile contenente valore car.min
int dp = 0 ; //variabile durata punto in ms
int dl = 0 ; //variabile durata linea in ms
void setup() {
vel=(!digitalRead(4)+ !digitalRead(5)*2 +!digitalRead(6)*4 +!digitalRead(7)*8)*10;
dp = 6000/vel; //calcola durata punto
dl = dp * 3 ; // calcola durata linea
}
void loop() {
if(!digitalRead(pp)) punto();
if(!digitalRead(pl)) linea();
}
void punto(){
digitalWrite(uscita,HIGH);
delay(dp);
digitalWrite(uscita,LOW);
delay(dp);
}
void linea(){
digitalWrite(uscita,HIGH);
delay(dl);
digitalWrite(uscita,LOW);
delay(dp);
}
Come si puo' chiaramente vedere la velocita' viene letta come somma pesata su potenza di due delle letture negate degli ingressi 4,5,6,7, dove il contraves pone a massa i pin relativi al numero binario. Utilizando un solo contraves, la somma viene poi moltiplicata per 10. In questo modo sono possibili velocita' da 10 a 90 car/min (volendo fino a 100 utilizzando in valore zero come se fosse 10,,,,). in passi da 10.
Per il momento e' tutto.
Spero di essere stato utile e di aver introdotto argomenti su cui sperimentare.
73 de iw0dvv Mariano
A Grimeton, in Svezia, negli anni dal 1922 a 1924, fu costruita una stazione radiotelegrafica per permettere comunicazioni con gli USA.
La stazione radio, il cui cuore era ed e’ un alternatore dal peso di 50 tonnellate e dalla potenza di 200 KW funzionante a 2150 giri al minuto con una velocita’ periferica del rotore di 638 Km/h, venne progettata da un ingegnere svedese di nome Ernst Alexanderson, all’epoca impiegato alla General Electric di Schenectady e capo ingegnere della Radio Corporation of America (RCA).
Il trasmettitore fu pronto nel 1923, mentre l’antenna venne terminata l’anno successivo.
L’antenna era, ed e’, costituita da 6 pilastri alti 127 m distanziati tra loro di 380 m. In cima ad ogni torre e’ posizionata una struttura di 46 m che sorregge 8 conduttori metallici costituenti il cappello capacitivo dell’antenna e l’alimentazione della stessa. Durante la costruzione della stazione radio sorse nelle vicinanze un piccolo villaggio per le 7 famiglie dei lavoratori.
Il primo dicembre del 1924 la stazione, che assunse il call sign di SAQ, fu inaugurata con il primo messaggio trasmesso alla frequenza di 16,1 KHz (lunghezza d’onda di 18,6 Km). Ben presto la frequenza di trasmissione fu variata a 17,2 KHz.(lunghezza d’onda di 17,4 Km).
La stazione radio fu formalmente inaugurata il 2 luglio del 1925 da re Gustavo V e dal progettista Alexanderson.
Dopo il 1938 le trasmissioni radio vennero soppiantate da stazioni in onde corte.
La stazione di Grimeton e’ l’unico esemplare di stazione CW tuttora funzionante in onde lunghissime e nel 2004 e’ stata dichiarata “Patrimonio dell’Umanita’” dall UNESCO.
La stazione e’ meta di visite guidate e, in rare occasioni, viene rimessa in funzione per la trasmissione di brevi messaggi.
L’occasione pricipale e’ quella relativa alla giornata commemorativa di Alexanderson, poi la vigilia di Natale ed infine la giornata delle Nazioni Unite.
Quella che voglio raccontarvi e’ la ricezione da me effettuata proprio in questa occasione.
Il 24 ottobre 2011 SAQ ha effettuato 2 trasmissioni, una alle 10,30 UTC con inizio tuning alle 10,10 ed una alle 18,00 UTC con tuning alle 17,30.
Per la ricezione mi sono attrezzato con un computer portatile ed il programma Spectrum Lab di DL4YHF. Questo programma e’ un concentrato di funzioni per l’analisi spettrale ed il trattamento dei segnali audio.
Bisogna ricordare infatti che la frequenza di trasmissione di SAQ cade all’interno dello spettro audio, ed e’ quindi trattabile con programmi per analisi audio.
Nelle ultime versioni Spectrum Lab include un file di configurazione per la ricezione di SAQ.da cui si accede tramite File/Load setting from. Da qui si apre il file SAQrcvr1.usr.
Sostanzialmente la configurazione consiste nel fissare la banda ricevuta sopra i 16 KHz, nel rivelare il segnale USB al fine di rendere udibile una nota di battimento a circa 600 Hz, nel filtrare la medesima e ridirigere l’output audio verso lo speaker del PC e/o verso il registratore suoni si sistema.
Spectrum Lab ha anche all’interno un generatore per provare il battimento prima dell’inizio della sessione di ascolto.
Il segnale trattato dal programma proviene dalla scheda audio del PC o, preferibilmente, da una scheda audio dedicata esterna.
Per l’occasione io ho utilizzato una piccola interfaccia USB con ingresso microfonico di provenienza bancarella cinese. E’ comunque reperibile anche presso alcuni negosi di materiale elettronico alla cifra di 6-7 euro.
Per antenna ho deciso di utilizzare una miniwhip autocostruita. La miniwhip e’ una piccolissima antenna attiva sensibile al campo elettrico progettata da PA0RDT
Invero di E-antenne ve ne sono in circolazione molte, tutte molto simili tra loro, sia da autocostruire che di produzione industriale. Approfondiro’ il funzionamento di una E-antenna in un altro articolo dedicato.
L’antenna e’ stata posta su di un’asta isolata (tubo per impianti elettrici) e spinta fuori dal balcone di casa, allontanata il piu’ possibile dalle mura domestiche.
Il segnale proveniente dall’antenna e’ trasportato mediante cavo RG58 all’unita’ di alimentazione/separazione autocostruita. Da questa il segnale in banda audio viene convogliato mediante un cavetto all’ingresso microfonico della scheda audio.
Il primo tentativo di ricezione e’ stato effettuato alle ore 12,10 ora locale e si e’ protratto per quasi un’ora.
A parte scariche atmosferiche e ronzio non ho ascoltato ne visualizzato altro, tanto da farmi pensare male della miniwhip. Collegata quest’ultima alla presa antenna del mio Degen DE1103 ho dovuto pero’ ricredermi: la miniwhip e’ a dir poco eccezionale. Penso che la installero’ in maniera fissa solo per la ricezione, valida dalle onde lunghe alle onde corte (e forse oltre).
Facendo il punto della situazione ho cominciato a prepararmi per la seconda trasmissione, quella dello ore 20,00 ora locale.
Per prima cosa ho modificato una delle due miniwhip (quella che ho poi usato) per migliorare la risposta alle basse frequenze.
Poi ho notato che non tutte le interfacce USB-audio sono identiche: ne ho infatti trovata una (quella piu’ economica….) che tagliava alla grande il ronzio presente invece nella prima ( e piu’ sofisticata ) interfaccia usata.
Poi ho spostato la locazione dell’antenna dirigendola verso nord ovest, in una zona piu’ aperta (anche se a vista di un traliccio alta tensione….).
Quando alle 19,30 mi sono posto davanti al computer (quello fisso di casa, che era piu’ vicino) ero piuttosto scettico sulla possibilita’ di ricevere SAQ.
Invece con grande emozione, poco dopo le 19,30, in corrispondenza di 17250 Hz sul waterfall di Spectrum Lab si evidenziava una bella riga tratteggiata e nell’altoparlante del PC si udiva, debole ma distinguibile la sequenza VVV CQ CQ CQ de SAQ…….Evviva!
Ho subito fatto partire la registrazione.
Qui di seguito propongo i files audio relativi al tuning ed alla trasmissione (con alcuni minuti di tuning iniziale)
tuning
messaggio
La mia conoscenza del CW non mi permette ancora di decodificare tutto ad orecchio, ma sentendo e risentendo la registrazione spero di farcela.
Questa esperienza mi ha inoltre permesso di farmi le ossa per la ricezione di altri segnali ELF, per primi quelli derivati da fenomeni naturali, nonche’ di approfondire la conoscenza delle antenne attive per campo elettrico.
Il prossimo articolo sara’ dedicato a loro.
Per la prossima trasmissione di SAQ, prevista la mattina del 24 dicembre cerchero’ di affinare la tecnica di ricezione per ottenere risultati migliori.
73 de iw0dvv Mariano
L'nvenzione del PCB ovvero del Printed Circuit Board, circuito stampato nell'italico idioma, e' stata certamente una delle cose che hanno rivoluzionato il modo di assemblare le apparecchiature elettroniche.
Come a tutti ben noto il PCB consiste in piste di rame "stampate" (incollate piu che altro) su di una superfice isolante (bachelite, vetronite o quant'altro), che riproducono fisicamente e fedelmente le connessioni dei componenti elettronici necessari all'espletamento di una determinata funzione piu' o meno complessa.
Il pregio pricipale di un PCB rispetto a qualsiasi altra forma di cablaggio e' indubbiamente la riproducibilita' del medesimo, unito ai ridotti tempi di assemblaggio.
Il passaggio dallo schema elettrico al PCB e' spesso un'arte legata alla capacita' ed alla fantasia del progettista, anche se gli attuali strumenti di CAD e sbroglio elettronico facilitano indubbiamente la cosa.
Alcuni completi strumenti di CAD e sbroglio, di alto livello, sono reperibili tra l'altro in uso personale gratuito: uno tra tutti Eagle scaricabile dal link.
Per la realizzazione fisica dei PCB l'hobbista ha invece a disposizione strumenti che vanno dal disegno diretto su piastra ramata con pennarelli resistenti agli acidi necessari alla corrosione del rame in eccesso, al riporto del disegno su piastra ramata mediante trasferibili e nastrini isolanti fino al metodo piu' professionale della fotoincisione, consistente nel riportare il disegno del PCB su apposite basette presensibilizzate mediante radiazioni ultraviolette con un procedimento che ricalca la stampa fotografica a contatto.
Quest'ultimo metodo e' indubbiamente quello che fornisce i risultati migliori anche se e' necessario possedere attrezzature specifiche e parecchio tempo a disposizione.
Da alcuni anni ha fatto la comparsa sul mercato un sistema per la realizzazione di PCB che fa uso dei cosiddetti Press and Peel transfer sheet.
Sostanzialmente si tratta di stampare il disegno del PCB, mediante stampante laser, su dei fogli dal caratteristico colore blu. Quindi la stampa ottenuta si pone a diretto contatto con il rame della basetta PCB vergine e si attua il trasferimento termico del disegno mediante un volgare ferro da stiro.
Una descrizione del procedimento e' reperibile qui: http://pressnpeel.blogspot.com/
oppure qui: http://www.vincenzov.net/tutorial/stampati/pressnpeel.htm
Per comprendere il procedimento bisogna sapere che il toner delle stampanti laser ( o delle fotocopiatrici) e' costituito da una base resinosa resistente ai liquidi che viene fissata al foglio di carta stampato mediante un rullo riscaldato che provoca la fusione della polvere ed il relativo incollaggio sul foglio di carta.
Il particolare foglio blu e' costituito da una pellicola facilmente separabile dal substrato. Una volta provocata la rifusione del toner presente sul disegno stampato ed il relativo incollaggio del medesimo sul rame del PCB basta tirare il foglio per provocare il distacco del disegno che viene quindi riportato con precisione. A questo punto e' sufficiente immergere la basetta nella soluzione corrosiva per eliminare il rame in eccesso ed avere il nostro bravo PCB pronto per la forature ed il montaggio dei componenti.
Quello che e' interessante notare e' che il metodo, con alcune varianti e con minor precisione, funziona anche utilizzando comune carta patinata (liscia, piu' liscia e' meglio e').
Si stampa il PCB con la laser sul foglio di carta (mi raccomando, va stampata la vista "lato componenti") e si procede alla sistemazione del foglio sulla basetta ramata preventivamente disossidata e accuratamente sgrassata.
Quindi mediante il ferro da stiro si riscalda, esercitando una discreta pressione specialmente sui bordi, il sandwich ottenuto.
Si fa raffreddare pazientemente il tutto e quindi si immerge il sandwich in acqua tiepida.
Se la carta utilizzata e' veramente buona dopo qualche tempo si assiste al distacco della carta dal rame ed e' possibile ammirare il disegno del PCB perfettamente riportato sul rame.
Solito passaggio nell'acido ed il circuito e' pronto.
Se la carta non e' del tutto adatta al procedimento dovrete intervenire meccanicamente con le vostre mani per provocarne il distacco al termine del rammollimento in acqua e magari anche strofinando con le dita e/o con una spazzoletta dura. Non abbiate timore: le piste di toner non si staccheranno dal rame.
Nei punti non perfettamente sgrassati oppure dove non si e' esercitata una sufficiente pressione le piste non saranno presenti: potrete comunque ritoccare il disegno con un pennarello indelebile.
Il toner residuo, dopo l'incisione, puo' essere rimosso con della lana metallica usata comunemente in cucina per far brillare le pentole.
Il procedimento e' piu' facile a fare che a spiegare. Dopo un po' di esercizio vedrete che i risultati non mancheranno.
Parentesi: il procedimento e' impiegabile per riportare in maniera artistica disegni al tratto sul rame ed ottenere, dopo corrosione, un oggetto da appendere od incorniciare.
73 de iw0dvv Mariano
Di Admin (del 13/09/2011 @ 11:01:55, in Utility, linkato 70969 volte)
Vi servono le coordinate geografiche della vostra stazione? Niente di piu' facile con google maps.
Ecco come fare:
andate su google maps digitate il vostro indirizzo sulla barra dalla mappa che appare cercate il punto esatto andate con il mouse sul punto di interesse e premete tasto destro selezionate "Che cosa c'e' qui" appare una freccetta verde tasto sinistro del mouse sulla freccetta vi appare un fumetto con le coordinate del punto sia in formato decimale che sessagesimale.
Se poi vi servono altri formati allora cliccate qui.
73 de IW0DVV
Il radioascolto rappresenta una delle attività più interessanti per i radioamatori. Oltre alla ricezione "classica" di segnali modulati e' possibile effettuare interessanti lavori di ricerca nella parte bassa dello spettro radio utilizzando mezzi relativamente modesti ed economici, con largo spazio per la fantasia e l'autocostruzione. Sono recentemente apparsi nel web articoli che trattano l'argomento "radionatura", stimolati da alcuni progetti di collaborazione tra centri di ricerca ufficiali (come, ad esempio, la NASA) ed i radiodilettanti di tutto il mondo (vedi progetto INSPIRE).
Nel campo delle frequenze estremamente basse o ULF - ultra low frequency - ed ELF – extremely low frequency e nelle basse VLF - very low frequency - che vanno da circa 0 a 30 KHz, sono ascoltabili o perlomeno rilevabili interessanti emissioni elettromagnetiche di origine naturale ed artificiale.
Le emissioni di origine naturale comprendono la risonanza di Schumann a circa 7,8 Hz , le emissioni di origine temporalesca (sferics, tweeks e whistlers) ed i precursori sismici elettromagnetici.
Le emissioni artificiali sono costituite, oltre che dalla onnipresente frequenza di 50 Hhz (60 Hz negli US) derivata dalla rete di distribuzione elettrica, da trasmissioni militari dirette a sommergibili come ad esempio quelle derivate dal sistema russo Zevs a 82 Hz o quello sperimentale americano a 2,2 Hz. e da stazioni radio storiche come quella di Grimeton (SAQ) su 17,2 KHz. E' presente anche una attivita' di trasmissione RTTY militare intorno ai 20 KHz
Come si sara’ certamente notato le frequenze in gioco coincidono grossomodo con la gamma audio. Risulta quindi estremamente semplice la rilevazione di queste frequenze utilizzando normali amplificatori audio dotati di un adeguato sistema captante (antenna) all’ingresso. La diffusione dei dispositivi di campionamento audio nei personal computer permette poi di trattare il segnale ricevuto con adatti programmi di analisi.
In particolare la sensibilita’ dell’ingresso microfonico delle schede audio per PC permette di utilizzare le medesime come semplici e sensibili ricevitori ELF.
Tuttavia le schede audio entrocontenute nei moderni PC sono soggette a disturbi di varia natura derivati se non altro dalle frequenze in gioco negli alimentatori e nei monitor nonche’ dalla enorme quantita’ di segnale a 50 Hz di derivazione rete elettrica.
Si puo’ tentare di porre rimedio a questo utilizzando particolari accorgimenti.
Gli ingredienti per un easy setup in ELF possono essere riassunti come segue:
- Utilizzare un notebook o netbook alimentato possibilmente a batteria
- Utilizzare una scheda audio esterna su porta USB
- Posizionare la scheda audio a debita distanza dal notebook utilizzando una o piu’ prolunghe USB amplificate.
Per quanto riguarda il notebook o netbook penso che questo ormai sia facilmente reperibile presoo ogni OM.
Per quanto riguarda gli altri “ingredienti” fate una capatina nel negozietto di cineserie e comprate una scheda audio USB (circa 5 euro) ed uno o piu’ cavi prolunga USB amplificati da 5 m ( circa 8 euro cadauno).
Bene, adesso che avete tutto inserite il cavo USB in una presa del PC ed attendete l’installazione automatica dei drivers. Appena il cavo e’ stato riconosciuto inserite nell’altra estremità la scheda audio (dongle) ed attendete l’installazione dei relativi drivers.
Se tutto e’ andato a buon fine il vostro sistema operativo riconosce ora due schede audio ( la seconda come USB device).
Nelle proprietà della scheda USB togliete la spunta all’AGC del microfono ed aumentate l’amplificazione dello stesso al massimo.
Avete adesso per le mani un ottimo ricevitore per ELF.
Si, ma come farlo funzionare? Naturalmente serve un programma adatto da installare nel notebook.
In rete se ne possono reperire vari, ma per il momento ci faremo le ossa con uno semplice ed efficace: Spectrogram. Le versioni attuali di questo programma sono purtroppo a pagamento, ma esistono comunque ancora in giro vecchie versioni gratuite, da qui potete scaricare l’ultima versione freeware.
Il programma non necessita di installazione , basta spacchettare il file ZIP e mandare in esecuzione l’eseguibile.
Dal menu del programma selezionate scan input e…..non vedrete praticamente niente sullo schermo.
Ovvio, manca l’antenna!
Per verificare il funzionamento del sistema introducete uno cavo dotato di jack nell’ingresso mic e con il vostro dito toccate l’altra estremita’ del cavo.
Bene, dovreste vedere un bel po di porcherie. Ora siete voi l’antenna e state captando la 50 Hz della rete Elettrica.
Per captare segnali in queste condizioni basta usare un filo di rame di alcuni metri (piu’ lungo e’ meglio e’) saldato al centrale di uno spinotto jack.
Pero’ dentro casa o nelle sue immediate vicinanze capterete sempre e comunque disturbi elettrici industriali.
Per cominciare la vostra attivita’ di ascoltatori di ELF dovrete necessariamente spostare il ricevitore ( la scheda audio USB) lontano dalle pareti domestiche. Se vi puo’ essere di aiuto sappiate che potete utilizzare fino a 5 cavi di prolunga amplificati in serie per un totale di 25 m (fatevi fare lo sconto dal cinese…). E naturalmente dovreste usare una buona antenna magari “fatta apposta”. Provate ad usare una miniwhip di PA0RDT nella sua versione originale oppure con il circuito stampato fatto da Aldo Moroni. Ma delle antenne adatte parleremo prossimamente, intanto vedete un po’ cosa riuscite a captare.
Altri programmi consigliati per ricevere sono SpectrumLab e SAQrx (documentazione SAQrx), entrambi gratuiti. Scaricateli e provateli. Qui di seguito uno screenshot di SpectrumLab ed uno screenshot di SAQrx.
73 de iw0dvv
Di Admin (del 29/07/2011 @ 23:24:28, in Radio, linkato 43296 volte)
Se avete in mente di realizzare il vostro personale spazio web, potete cominciare con l'utilizzare lo spazio offerto da alcuni provider. Di seguito un elenco di fornitori di spazio web gratis e relativi servizi offerti.
Sono gradite segnalazioni di nuovi fornitori e segnalazioni di link non funzionanti postmaster@radioelementi.it
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Di Admin (del 04/07/2011 @ 12:21:27, in Utility, linkato 121138 volte)
Questa pagina contiene le equazioni base per calcolare un filtro L-C. Il filtro e' formato da un induttanza(L) ed un condensatore(C). Viene fornito un calcolatore web per calcolare la frequenza di cut-off e l'impedenza caratterisica del vostro filtro.
Frequenza di Cut-Off
F
= 1/(2*PI()*SQRT(L*C))
Impedenza Caratteristica
Z
= SQRT(L/C)
Calcolatore Web
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